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EMERGENZA NEVE: parte la prima conta dei danni nella filiera agroalimentare

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Le diverse delegazioni provinciali dei sindacati CIA, Confagricoltura e Coldiretti sono allertate in questi giorni per raccogliere le segnalazioni di danni alle colture e allevamenti  e per chiedere lo stato di calamità naturale.

La stima dei danni però dovrà necessariamente essere aggiornata nelle prossime settimane se non addirittura nei prossimi mesi.

Gli allevatori stanno vivendo uno stato di emergenza totale sia per la mancanza di energia che di acqua mentre la viabilità sta migliorando grazie anche all’impiego di alcuni mezzi della Città Metropolitana che, pur con colpevole ritardo, sta integrando il lavoro dei volontari e della Protezione Civile.

La filiera del latte, tranne la Granarolo che ha deviato momentaneamente l’attività agli stabilimenti emiliani, al momento registra un lieve calo della produzione dovuta alla materia prima non consegnata ai caseifici ed alla conseguente diminuzione dei lavorati che, oltre a non essere presenti sulla piazza gioiese, non hanno potuto raggiungere le piattaforme di vendita del nord Italia.

“Fortunatamente, – dichiara Teresa Curci presidente del Consorzio Caseario,-  abbiamo riscontro di alcuni  mezzi di raccolta latte bloccati sulla via per Matera e per Laterza e poi ripartiti tra domenica e lunedì scorsi;  inoltre nei giorni di  sabato 7 e domenica 8  hanno lavorato maggiormente i supermercati che ora stiamo rifornendo  per cui  finora i danni economici si fermano a qualche migliaio di euro, dovuti perlopiù alle condotte in acciaio gelatesi all’interno del ciclo di lavorazione degli opifici gioiesi.”

Diversa è la situazione per orticoltori, viticoltori e olivicoltori  del territorio gioiese e limitrofo:
– le colture orticole invernali sono strette in una morsa di gelo e neve e i prezzi delle poche varietà di verdure presenti nei banchi di vendita sono già schizzati oltre i 2 euro al chilogrammo.

– alcuni vigneti e serre della zona di Castellaneta sono stati abbattuti dal peso che la neve esercita sulle strutture portanti; in più le piante arboree gelive come limoni e agrumi sono compromesse non solo nei frutti pendenti ma anche nelle ramificazioni più periferiche che sono preposte alla fruttificazione della prossima annata.

Anche a Gioia c’è timore che alcune varietà di ulivi più predisposte a soffrire le gelate possano vedere compromessa l’intera vita della pianta. In particolare le cultivar Coratina e Frantoiana presentano già alcune foglie apicali ingiallite; ciò lascia presagire quanto già accaduto nel 1956 e ancor prima negli inverni 1928-29 e 1940-41 la cui esposizione per diversi giorni a temperatura in media di -5 provocò la perdita dei fusti.

Si salvarono solo le ceppaie; ed è il motivo per cui nella nostra zona non ci sono ulivi visibilmente centenari.

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