L’Acam, il socio di minoranza della Spes, va al contrattacco e ricorre al TAR Puglia chiedendo l’annullamento della delibera di Consiglio comunale, con cui si decretò la fine della società gioiese, partecipata del Comune, che a Gioia del Colle si occupa tra le altre cose di raccolta e smaltimento rifiuti
La delibera è quella del 25 ottobre scorso, con la quale tecnicamente il Consiglio comunale decise sulla proposta più vantaggiosa per le casse comunale, ritenendo più favorevole affidare il servizio rifiuti al gestore unico dell’Ambito Territoriale Ba/5.
Deciso questo, la Spes, non aveva più ragione di esistere, di qui l’iter di scioglimento della società e la liquidazione delle quote di Acam, società di minoranza al 19%.
Negli ultimi giorni utili per impugnare la delibera di ottobre, Acam a fine dicembre si rivolge al TAR, chiedendone la sospensiva. La motivazione è articolata.
Nell’atto di costituzione della Spes vi era una clausola che non prevedeva la rescissione del contratto in realtà valevole fino al 2050. Lo scioglimento del contratto anticipato era tuttavia previsto a patto che si prevedesse una percentuale su tutti gli anni rimanenti fino al termine del 2050. A quanto ammonti questo “riconoscimento economico”, Acam lo avrebbe quantificato intorno a 3 milioni di euro.
A questa cifra si aggiungerebbero i circa 400mila euro, pari al valore del 19% delle azione della società.
Ma a decidere sarà il tribunale amministrativo regionale, che non ha ancora fissato la data nella quale tratterà la sospensiva cautelare proposta da Acam.
“L’Italia è il Paese dei ricorsi. – afferma Enzo Cuscito, ViceSindaco con delega alle partecipate – E soprattutto in tema di rifiuti, se non si fa ricorso sembra che non si è nessuno. Quello di Acam poi sembra un processo alle intenzioni: accusa il Comune di aver seguito una procedura legislativa sbagliata quando ancora questa non è stata avviata, e comunque non è quella di cui ci accusa Acam. Insomma, un ricorso che serve solo a far perdere tempo. Aspettiamo come si pronuncerà il Tar”.
Intanto a Palazzo San Domenico non è stato ancora firmato nessun contratto col gestore unico dell’Ato, e il Sindaco Donato Lucilla sembra essere tranquillo sulla vicenda: “Considerando la complessità della vicenda e l’importanza economica era scontato che qualunque scelta avessimo effettuato ci sarebbe stato un ricorso.- dice- Nel caso specifico l’Acam ha già dei procedimenti contro la Spes, per cui, era pressoché scontato che avrebbero avviato un ulteriore contenzioso. Ci sarà un rallentamento del procedimento ma la richiesta di sospensiva fa si che ci sarà un primo pronunciamento in tempi molto rapidi. Attendiamo con serenità l’esito che, ritengo, non contrasterà con le nostre decisioni”.
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