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ESCLUSIVO/L’impianto pilota Itea fermo dal 2015. La sperimentazione, le polemiche

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L’impianto pilota Itea non è attivo dalla fine del 2015, mentre la Valutazione di impatto ambientale, che prevede anche il parere della Città metropolitana e il parere urbanistico ed edilizio del Comune di Gioia del Colle, è stata chiesta per poter continuare la sperimentazione sui rifiuti pericolosi e non e quindi per proseguire l’attività.

Di fatto l’impianto non immette dal 2015 in atmosfera nessuna sostanza.

È dal 2006 che Itea chiede ogni due anni alla ex Provincia il rinnovo delle autorizzazioni per la sperimentazione nel suo impianto di ossidocombustione no flames di rifiuti pericolosi e non. Nel 2014 la Città Metropolitana chiede però ad Itea di confermare la sperimentazione sui rifiuti pericolosi e non con un procedimento di VIA presso la Regione Puglia, che viene presentato nel 2016.

Tuttavia, poiché l’impianto presente a Gioia del Colle è puramente sperimentale, l’attività dello stesso è fermo alla fine del 2015, perché l’accensione, avviene solo ed esclusivamente dopo attenti studi e protocolli scientifici. Inoltre, ogni accensione dell’impianto viene comunicata almeno 20 giorni prima sia ad Arpa Puglia sia alla Regione, con cui Itea ha stretto una importante collaborazione grazie alla natura innovativa del progetto.

Inoltre è dal 2006 che Itea ha l’autorizzazione alla sperimentazione per oltre 30 rifiuti pericolosi, sperimentandone 5 sotto stretta sorveglianza da parte degli enti preposti.

Queste le notizie che GioiaNews ha verificato, mentre infuria la polemica nata negli ultimi giorni su quella che è stata presentata come una nuova autorizzazione all’uso di nuovi materiali nocivi.

Perché se è vero che nella procedura di VIA si chiede la sperimentazione di ulteriori materiali pericolosi, essi sarebbero testati, secondo quanto programmato con la Regione Puglia in luoghi più idonei e sempre dopo attenti studi e protocolli scientifici.

Questi sono dati facilmente rintracciabili nei siti on line istituzionali, per i quali non è necessaria nessuna richiesta formale di atti e conseguenti spese accessorie di fotocopie.

Tuttavia in questi giorni sono circolate tante notizie distorte che i social hanno alimentato come vere fake news. Ad esempio si è detto che dal camino della Termosud fuoriesce fumo nero. Può essere, ma non si tratta del camino dell’impianto Itea, talmente piccolo che non si vede nemmeno dalla strada e che comunque, per sua stessa natura, non produce emissioni scure. Si ricorda che presso l’Ansaldo esiste anche CCA, altra azienda del gruppo Sofinter che è presente da circa 50 anni a Gioia. Ancora, che la notte alcuni camion furtivamente si aggirerebbero presso l’azienda, che in assenza del terzo turno chiude i cancelli e che ha un ferreo protocollo per l’ingresso anche solo di civili.

Nessuna novità dunque rispetto al passato, ma tante domande invece su quel che è accaduto sino al 2015 visto che il caso è stato sollevato da ex amministratori e consiglieri delle passate Amministrazioni. Se infatti l’attuale Amministrazione dovrà vigilare sul futuro (visto che nel presente il centro non è attivo) le vecchie amministrazioni possono dire qualcosa su quali controlli siano stati chiesti ed effettuati sul centro.

Sicuramente qualche protagonista della polemica ha avuto in mano il fascicolo Itea e può rispondere a queste domande, tanto più che la stessa non è mai stata affrontata per lo scarico dei motori degli aerei militari o su altri camini di aziende locali, solo per fare qualche esempio.

Qual è stato il grado di attenzione nei confronti dell’ambiente, del territorio e anche dello stato industriale della nostra Città da parte quindi delle precedenti amministrazioni, quando l’impianto è stato acceso? Se nessuno si è posto il problema lo dica perché sarebbe comunque una risposta rassicurante, del resto non sarebbe l’unica realtà non monitorata della Città o ignorata negli anni passati.

Intanto GioiaNews, tirata in ballo da chi crede che la stampa debba essere necessariamente di parte, seguirà la questione depurandola dagli interessi politici e concentrandosi solo sui fatti, gli unici che interessano i cittadini e la loro salute.

Quindi non cadremo nel tranello di chi vuole tirarci per i capelli in uno scontro politico nel quale bisogna necessariamente schierarsi. Questa è solo una tecnica dei chiacchieroni che dovrebbero spiegare perché quando hanno governato tutti questi problemi non se li sono posti.

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