La legalità e il rispetto delle regole sono i principi fondanti del vivere comune, sono valori che costituiscono “L’impegno del cittadino nello Stato”.
Sul tema è intervenuto il Dott. Giovanni Colangelo, già Capo della Procura della Repubblica di Napoli durante l’incontro che si è tenuto il pomeriggio del 27 marzo con gli studenti dell’ Istituto d’Istruzione Superiore Statale “Ricciotto Canudo” di Gioia del Colle.
Nel presentare l’ospite, il prof. Rocco Fazio, Dirigente dell’Istituto, ha posto in risalto come la Scuola costituisca un vero presidio di legalità e nel solco di tale valore si è inserito il Dott. Colangelo per affrontare il tema dell’impegno del cittadino nello Stato. Ha subito esposto un breve excursus storico del concetto di cittadino che nasce nell’ambito della civiltà greca intorno al quale si è sviluppata la polis. L’importanza dell’essere cittadino è stata poi ripresa dai romani e lo stesso Cicerone si inorgogliva nel dire:«sono cittadino romano». L’essere cittadino incarnava la titolarità di diritti ma anche di doveri. Con il decadimento dell’impero romano il concetto è stato messo da parte per fare spazio a quello di suddito, dove non si è più protagonisti della società. Bisogna attendere la Rivoluzione francese per vedere tornare alla ribalta il ruolo del cittadino. Di fronte a tale concetto si delinea quello dello Stato.
«Ogni cittadino è titolare di diritti ma anche di doveri, sottolinea l’ex magistrato, ha il dovere di essere protagonista attivo del movimento sociale della vita». Sono il territorio e la sua sovranità, i cittadini e l’ordinamento giuridico, gli elementi su cui poggia la vita di uno Stato. Si tratta di elementi interconnessi e ne spiega le ragioni.
«I cittadini sono coloro costituiscono la parte viva e attiva dello Stato e sono coloro che devono rispettare le leggi e l’Ordinamento giuridico vive attraverso i cittadini. La sovranità si esercita attraverso il rispetto delle leggi sul territorio». E’ cristallino il pensiero di colui che ha speso una vita a combattere l’illegalità , conoscitore profondo di sodalizi criminali endogeni, ma spesso ramificati oltre cortina. Sulla base di queste vaste conoscenze, quantunque rammaricato per aver dovuto lasciare l’attività, ora vuole offrire un altro tipo di servizio: stimolare le giovani generazioni a essere protagonisti di una riscossa. E lo fa nell’unico modo che conosce, lanciando loro un appello: «fate quello che vi piace rispettando le regole. Rispettare le regole non è una limitazione della libertà».
Ha molto a cuore il futuro dei giovani che gli ricordano la sua gioventù quando proprio a Gioia ha frequentato il Liceo Publio Virgilio Marone. E ritiene assurdo che in uno Stato come il nostro, che investe risorse, utilizza i migliori insegnanti per la formazione dei giovani che studiano e si sacrificano per raggiungere risultati di alta professionalità non debba consentire loro di esercitare queste potenzialità nel proprio Paese.
Il desiderio della legalità e del rispetto delle regole è tema di attualità non solo a Gioia, ma in tutta la penisola e la nutrita presenza dei ragazzi all’incontro con il Dott. Colangelo è la migliore testimonianza di questa volontà.
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