La polemica sulla Denominazione di Origine Protetta alla Mozzarella di Gioia del Colle si fa sempre più aspra. Soprattutto in Campania, patria della Dop della Mozzarella appunto Campana, che al contrario della nostra è fatta con latte di bufala.
Già perchè il nodo della questione sembrerebbe proprio questo. La mancanza di specicificità nella denominazione del latte usato nella denominazione, vaccino per quello di Gioia, a detta dei campani potrebbe ingenerare dubbi nel consumatore e acquirente.
Tutto nasce all’indomani della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del 28 agosto della proposta del marchio Dop al prodotto gioiese. Perchè la proposta originaria era quella di Treccia della Murgia, termine ben lontano da quello di mozzarella.
Di fatto la Campania è scesa in campo, certamente non per aggredire il prodotto pugliese, come sottolineano in molti, ma per fare chiarezza. Si è persino deposto un ordine del giorno al Consiglio regionale campano e nel frattempo stanno nascendo petizioni on line per tutelare il prodotto di latte di bufala.
Enzo Lavarra, che fu relatore alla presentazione del disciplinare a Palazzo San Domenico lo scorso luglio chiede di fatto che intervenga il Governatore pugliese Michele Emiliano: “L’annuncio che proviene dalla Campania circa l’intenzione di opporsi al riconoscimento della denominazione di origine della mozzarella di Gioia dl Colle rimane dentro una vecchia ottica di contrapposizione territoriale e commerciale. L’interesse strategico della filiera agroalimentare italiano nel mondo è invece proprio nella valorizzazione delle diversità e della distintività dell’ immenso patrimonio enogastronomico del Paese e del Mezzogiorno in particolare. E non vi è dubbio che la Mozzarella di Gioia del Colle deve la sua unicità alla materia prima di latte vaccino; perciò essa si differenzia in modo incontrovertibile dalla Dop della mozzarella della Campania che deve la sua unicità al latte di bufala. Nè la definizione generale di ” mozzarella ” è legata esclusivamente a un singolo territorio. Per ognuno dei due prodotti si aprono dunque ampi spazi di mercato secondo i gusti e le sensibilità del consumatore. Spero dunque che vi sia ripensamento più meditato da parte campana. A tal fine è auspicabile una iniziativa di dialogo interistituzionale da parte del Governo regionale della Puglia che ha la prerogativa formale nella di tutela del percorso giuridico per la DOP mozzarella di Gioia del Colle. Come merita un comprensorio sovraprovinciale storicamente vocato che ora si apre a nuovi sviluppi di filiera integrata e a più avanzati stadi produttivi e commerciali”.
Vito Laterza, tra i promotori della richiesta del marchio Dop infine ammette che “sarebbe potuta essere una buona occasione per valorizzare un altro territorio che produce un’altra eccellenza italiana. Questa è una ulteriore dimostrazione della tendenza degli italiani a remare gli uni contro gli altri, tenendo altresì conto del fatto che i prodotti in discussione derivano da materie prime diverse: uno latte di bufala, l’altro latte vaccino”.
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