Anche Gioia del Colle ha espresso formalmente la volontà di rientrare nel Sistema nazionale di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), presentando, entro il 30 settembre prossimo, un progetto riguardante l’accoglienza di migranti.
Il Comune di Gioia potrà ospitare massimo 70 persone, così come previsto dalla normativa che prevede 2,5 ospiti per mille abitanti.
Nella delibera di Giunta dell’Amministrazione si chiede la possibilità di ospitare 35 minori stranieri non accompagnati. Come previsto, dovranno essere titolari di protezione internazionale e richiedenti protezione internazionale o titolari di permesso umanitario.
Lo Sprar ha la doppia garanzia per il territorio ospitante e per gli ospiti. Se da un lato, infatti, il Comune ha un numero di ospiti equilibrato rispetto alla popolazione, dall’altro lato lo Sprar garantisce interventi di accoglienza integrata attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. È costituito dalla rete degli Enti locali che, con il concorso delle realtà del terzo settore, accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo per la realizzazione dei progetti di accoglienza.
Il Ministero egli Interni si farà carico, infatti, del 95% del costo del progetto e il 5% a carico della Amministrazione comunale e servirà alla valorizzazione del personale impegnato, senza ulteriori spese a carico del Comune.
Che cosa succederà quindi al Centro di Accoglienza Straordinario, vista l’adesione allo Sprar? La tempistica delle modalità di graduale chiusura (o conversione) dei Cas presenti sul territorio di un Comune che decide di aderire allo Sprar dovrà essere programmata sulla base di una effettiva concertazione tra Prefettura e Comune.
Inoltre, nella direttiva del Ministero degli Interni dell’ottobre del 2016, si chiede di applicare una clausola di salvaguardia che “renda esenti i Comuni che appartengono alla rete Sprar e che abbiano già formalmente manifestato la volontà di aderirvi, dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza”.
Per ora occorrerà comunque procedere alla pubblicazione di un Avviso pubblico attraverso cui coloro che ne hanno i requisiti saranno invitati a presentare la propria migliore offerta progettuale per il servizio di accoglienza, da presentare al Ministero dell’Interno per la concessione del finanziamento, per la successiva organizzazione, gestione e implementazione dei servizi, interventi e attività previsti dal progetto, qualora finanziato.
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