“Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poichè accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso; tale quindi, che si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni senso di affinità umana; nel caso più fortunato, in base a un puro giudizio di utilità. Si comprenderà allora il duplice significato di “Campo di annientamento”, e sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: giacere sul fondo”.
Primo Levi, Se questo è un uomo
Nel Giorno della Memoria, il giorno in cui fu chiaro al mondo quanto possa essere brutale l’uomo, nel giorno in cui l’esercito sovietico entra ad Auschwitz e svela a tutti le atrocità dell’Olocausto, il genocidio del popolo ebraico ad opera dei nazisti, occorre riflettere sulla lezione terribile che ci hanno lasciato i sopravvissuti. Primo Levi, ad esempio, Elisa Springer che raccontò nella scuola Mazzini di Gioia del Colle il suo internamento nei vari campi di concentramento, in uno dei quali conobbe Anna Frank, e Liliana Segre, tra gli ultimi testimoni ancora in vita di una storia che deve rimanere viva nel ricordo di tutti, perché non si avverta la tentazione di ricaderci.
La senatrice a vita Liliana Segre, per la quale si era proposta la cittadina onoraria di Gioia del Colle, non come un ennesima onorificenza da appuntarsi, ma come riconoscenza per la grande opera di divulgazione delle nefandezze che accaddero in quei campi durante la seconda guerra mondiale.
Allora una concittadina, Antonella Campagna, le ha scritto, ricordando che proprio a Gioia del Colle fu istituito un campo di internamento per ebrei presso il Mulino Pagano che detenne, fra gli altri, l’avvocato Paolo Levi, poi inviato ad Aushwitz. Le racconta della volontà di conferire la cittadinanza onoraria ma che si è in attesa di un regolamento e le chiede di inviare un messaggio alla Città.
La senatrice Segre ha risposto e ha ringraziato per il messaggio e ha inviato un caro saluto ai cittadini di Gioia del Colle.
Perché, alla fine, la celebrazione del Giorno della Memoria non può e non deve concludersi il 27 gennaio, ma essa deve essere un lungo processo di coscienza e consapevolezza, per non perdere la nostra Umanità.
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