Da qualche giorno la segreteria della piscina comunale di Gioia del Colle, gestita dall’Adriatika, è aperta per le iscrizioni. Dal prossimo 24 settembre dovrebbero anche ripartire i corsi. Tutto sembra tornato alla normalità, o quasi, ma in realtà le questioni ancora aperte tra i gestori e l’Amministrazione sono tante. A rappresentare il punto di vista dell’Adriatika è Antonio Spanò, direttore sportivo.
Come procedono le cose tra voi e l’Amministrazione?
Tra noi e l’amministrazione non c’è dialogo. Il 1° giugno circa, per dirne una, c’è stato un sopralluogo per verificare lo stato dei luoghi e degli impianti con l’allora ingegnere comunale. Fatto ciò ci è stato risposto che avremmo avuto copia della risultanza del sopralluogo. Ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta se non, verbalmente, che l’ingegnere non c’è più e che probabilmente l’ente non ha avuto nulla da dire sulla manutenzione ordinaria. Salvo poi leggere sui giornali il contrario. Oggi ci troviamo quindi a dover predisporre gli ennesimi atti legali e una richiesta di accesso agli atti per avere copia di quel verbale. L’amministrazione ci chiede quando apriamo, ma stiamo facendo dei lavori e vorremmo sapere se li dovremo pagare noi o loro. In ogni caso contiamo di fare il possibile per riaprire il 24 settembre, una sorta di data bandiera della ripartenza, visto che quello stesso giorno riaprono anche le scuole e si può quindi in un certo senso tornare alla normalità. Fermo restando che le norme anti Covid ci imporranno di avere un terzo di iscritti e quindi di afflusso, rispetto agli anni scorsi.
Vi aspettate delle agevolazioni da parte dell’Amministrazione?
Per la piscina di Ruvo che gestiamo, abbiamo avanzato una richiesta, sulla base della legge sugli equilibri economici degli impianti sportivi, e il Comune sulla base della situazione e di quanto in questi mesi abbiamo perso, ha stabilito che ci toccano 25 mesi di canone gratuito. Questo per riequilibrare finanziariamente le spese sostenute e quanto perderemo comunque in questi due anni, rispetto all’obbligo di offrire comunque un servizio pubblico e tenere l’impianto aperto. Di contro a Gioia abbiamo avuto un provvedimento amministrativo per la mancata riapertura dopo il lockdown e questo stesso lo stiamo impugnando al Tar, fermo restando che la legge sugli impianti sportivi ha dato la possibilità e mai l’obbligo di riaprire. L’Adriatika aveva comunque manifestato al Comune la difficoltà nel farlo soprattutto per la mancanza di dispositivi da reperire in tempi rapidi. Più volte abbiamo manifestato all’amministrazione di Gioia la volontà di riaprire in estate, ma si sono trincerati dietro il fatto che se non si fosse chiuso il contenzioso, non si sarebbe potuto parlare di altro, fermo restando che comunque pur rispetto alla possibilità di riaprire, c’era la grossa incognita di come avrebbe risposto la gente.
Perché non si riesce a chiudere questo contenzioso?
Penso che non ci sia la volontà di chiuderlo. Continuiamo a produrre bozze di polizze assicurative a garanzia del debito, bozze che però non vengono accettate. Vorremmo capire perché, avendo firmato un contratto per la gestione della piscina e avendo fornito garanzie reali fideiussorie all’amministrazione, rispetto al fatto che se non avessimo pagato avrebbero potuto riscuoterle, ci hanno fatto causa senza prendersi i soldi dall’assicurazione. Non ci siamo mai sognati di non pagare. Noi non abbiamo pagato perché le amministrazioni precedenti, a fronte di alcuni interventi essenziali da sostenere prima dell’avvio delle attività, ci hanno chiesto che le stesse fossero da noi sostenute, salvo poi defalcarle dal canone. Tutto questo è documentato. Attualmente stiamo preparando la terza fideiussione e contemporaneamente stiamo chiedendo l’accesso agli atti per capire il perché le precedenti siano state rifiutate. Per giunta lo scorso 15 luglio il Comune di Gioia ha approvato un regolamento sulla rateizzazione dei debiti, per il quale tutti i debiti superiori ai 50mila euro, previo pagamento del 20% e sottoscrizione di una polizza, possono essere rateizzati fino a 72 rate per cui questa possibilità non ce la siamo inventata noi.
Conferma quindi quanto detto dall’Assessore: non vi siete ancora mai parlati su queste questioni?
Il 28 maggio abbiamo chiesto un incontro che si è svolto nella sala consiliare, per concordare le misure da prendere sulla base di quanto la legge prevede rispetto alla possibilità di concedere uno sconto sul canone. Durante questo incontro ci è stato detto che se non si fossero chiuse le vecchie questioni, non si sarebbe potuto parlare del nuovo. Per questo il 3 luglio abbiamo poi pagato il 20% e contestualmente abbiamo provveduto a presentare le polizze.
Avete quindi chiesto un intervento del Comune. Qualora non ci dovesse essere?
Noi andiamo avanti e apriamo comunque. Lo dobbiamo alla gente di Gioia e agli investimenti che abbiamo fatto. I feedback che ci arrivano dalla popolazione sono diversi da quelli che ci arrivano dall’Amministrazione. Fermo restando che le voci che circolano circa la volontà di arrivare alla revoca della gestione dell’impianto, comunque, non ci pongono nella condizione migliore per poter ripartire. Non ci siamo mai occupati del chiacchiericcio perché abbiamo le idee chiare. Noi abbiamo un contratto di 20 anni e ci deve essere una colpa grave perché lo si possa revocare e il mancato pagamento di alcune rate del canone non lo è. Se ciò dovesse essere fatto, apriremo un contenzioso con il rischio che l’impianto, nel frattempo, rimanga chiuso. L’Amministrazione dovrebbe farsi un vanto quando un bene pubblico funziona, piuttosto che ostacolarne la gestione.
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