La grave crisi sanitaria non sta causando solo perdite di vite ma anche povertà. Tanta. E Gioia del Colle non è risparmiata da questa situazione. In qualche modo il termometro della situazione ce lo offre Rosanna D’Aprile, coordinatrice della Caritas e presidente del Centro d’Ascolto che racconta come questa pandemia stia cambiando lo stato di bisogno.
“Prima i nostri sforzi come Centro d’Ascolto erano per lo più concentrati sugli stranieri, che avevano difficoltà ad integrarsi e trovare un lavoro. Ora invece c’è uno stato di bisogno di molte famiglie giovani, con bimbi. E bisogna avvicinarsi loro in punta di piedi perché molti hanno difficoltà nel chiedere aiuto. C’è molta gente che è disorientata e che più che di aiuti materiali ha semplicemente bisogno di parlare, metter fuori il proprio dolore e la propria sofferenza”.
In un momento così delicato, il Centro d’Ascolto non può fermarsi ma anzi tenta di fare ancora di più e ancora meglio. “La nostra speranza è che presto potremo convenzionarci con il Comune – ha detto ancora la D’Aprile- così da poter per davvero lavorare in maniera sinergica. Durante la prima fase dell’emergenza, gli aiuti hanno funzionato perché coordinati dal COC e questo ci deve essere d’esempio per quello che il Centro e l’assessorato ai Servizi Sociali potrebbero fare se lavorassero in squadra”.
Pochi giorni fa ha aperto le porte un emporio solidale, gestito appunto dal Centro d’Ascolto. Ci sono delle novità sostanziali, rispetto a quanto prima veniva fatto attraverso la donazione degli alimenti.
“Abbiamo realizzato un emporio che rappresenta una crescita soprattutto del modo di intendere il concetto di aiutare il prossimo, laddove l’operatore della carità deve entrare nel meccanismo della promozione e non dell’assistenzialismo. Il nostro compito – ha spiegato ancora la presidentessa del Centro d’Ascolto– è quindi stare vicino a chi vive un momento di sofferenza, non prestare loro assistenza. Non siamo benefattori, né assistenti sociali ma solo persone che ne vogliono accompagnare altre rispetto ad uno stato di necessità”.
L’emporio sarà aperto tre giorni a settimana: il martedì, il giovedì e i sabato. Attraverso una card personale, sulla quale sono caricati dei crediti attribuiti dagli operatori del Centro a seconda del nucleo familiare e dell’ISEE, ciascuna famiglia potrà acquistare quello di cui ha più necessità. Molti dei generi di prima necessità sono forniti dal Banco regionale di Taranto, con il quale il Centro di Gioia è convenzionato e che dona circa 15 quintali di alimenti . Altri prodotti sono invece acquistati dai soci del Centro d’Ascolto, attraverso un’autotassazione, altri ancora sono donati.
Negli ultimi tempi è stato rivisitato anche il servizio guardaroba. Gli indumenti donati sono stati riordinati in base alla taglia e al sesso e chi ne ha bisogno, può affacciarsi, chiedere e provare quello che potrebbe andar bene e poi portarlo via. Il tutto per un massimo di sette capi mese.
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