Su proposta del Ministero della Difesa il Presidente della Repubblica ha concesso la Medaglia d’oro al valore dei Carabinieri “alla memoria”, al Carabiniere Giovanni La Brocca, nato a Gioia del Colle il 23 febbraio 1925 con la seguente motivazione:
“con ferma determinazione, esemplare iniziativa ed eccezionale coraggio, mentre si trovava all’interno della locale Stazione dei Carabinieri unitamente ad altri militari, non esitava a opporsi con strenua resistenza a soverchiante numero di fuorilegge, appartenenti a pericolosa banda armata, che avevano attaccato la caserma, rispondendo al fuoco sino al termine delle munizioni, allorchè veniva catturato. Costretto a marcia forzata nell’agro Nisseno per 18 giorni, sottoposto a sofferenze fisiche, ininterrotto digiuno e vessazioni, veniva, infine, barbaramente trucidato. Chiaro esempio di eletet virtù militari e altissimo senso del dovere”. Ex feudo Nobile, agro di Gela (Cl). Ex feudo Rigiulfo, agro di Mazzarino (CL), 10-28 gennaio 1946.
Giovanni La Brocca, insieme a Fiorentino Bonfiglio, Mario Boscone, Emanuele Greco Pietro Loria, Vittorio Levico e Mario Spampinato è tra gli eroi di Feudo Nobili.
Feudo Nobili era una masseria del nisseno e nel gennaio del 1946 ospitava una piccola Caserma di Carabinieri, che fu assalita dalla banda di Rizzo, guerrigliero prima al soldo della mafia e poi “indipendente”. Dopo un duro conflitto a fuoco, ci fu la resa e i militari furono fatti prigionieri e torturati. Con la mafia a fare da mediatrice, Rizzo avviò una trattativa con lo Stato per la loro liberazione richiedendo la scarcerazione di alcuni capi indipendentisti e l’amnistia per sé ed i suoi o una comoda fuga all’estero. La trattativa andò avanti per tre settimane ma si concluse con un completo fallimento.
I Carabinieri vennero infatti uccisi e i loro corpi gettati nel pozzo di una zolfatara abbandonata e recuperati solo alcuni mesi dopo. Giovanni La Brocca aveva solo 20 anni.
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