Il piano di razionalizzazione di Poste Italiane avviato dopo il contratto di programma 2015-2019 siglato col Ministero dello Sviluppo Economico toccherà anche Gioia del Colle.
Dopo aver interessato 86 paesini tra le province di Foggia, Brindisi e Lecce, a breve coinvolgerà altri 39 Comuni tra il barese, tarantino e Bat.
Il piano prevede la consegna a giorni alterni della corrispondenza e la chiusura di numerosi uffici postali nei piccoli centri.
“Una nuova ondata di tagli che ha prodotto tonnellate di missive in giacenza, con bollette consegnate anche dopo la scadenza, e compromettendo persino invii prioritari, come raccomandate dell’Inps, avvisi di Equitalia e telegrammi.
Non solo – dichiarano i deputati Giuseppe L’Abbate ed Emanuele Scagliusi (M5S) – questo scellerato piano di riorganizzazione, messo in atto con il benestare del Governo e che andrà a regime ad inizio 2018 e coinvolgerà 5.300 Comuni, contrasta con le norme Ue che obbligano gli Stati membri ad assicurare la raccolta e la distribuzione degli invii postali al domicilio del destinatario ‘come minimo cinque giorni lavorativi a settimana’ e che, solo in presenza di circostanze o condizioni geografiche eccezionali, sia ammissibile la fornitura per un numero inferiore di giorni.
Profili di eccezionalità che, per ammissione delle stesse Poste Italiane, sono assenti – proseguono i due deputati pugliesi 5 Stelle a margine del question time tenutosi in Commissione Trasporti dalla collega Arianna Spessotto (M5S) – difendendosi davanti al TAR, Poste Italiane ha infatti ammesso che la riduzione del servizio non dipende da particolari difficoltà nel raggiungere le località interessate bensì da un mero calcolo di convenienza economica.
Anche il Parlamento europeo è intervenuto sulla materia: oltre un anno fa ha approvato una risoluzione che ribadiva la necessità, da parte degli Stati Ue, di garantire il servizio universale e il mantenimento degli sportelli postali proprio in quelle aree remote, montane, disagiate e a maggiore rischio di isolamento. Perché l’Italia sta facendo tutto l’opposto, rischiando di incorrere in una procedura d’infrazione europea per violazione del diritto degli utenti? Un ulteriore danno – concludono L’Abbate e Scagliusi – che sarà scaricato sulle teste e sulle tasche dei cittadini”.
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