Dopo la decisione della Unione Europea di permettere l’uso di latte in polvere per produrre formaggi, ora è giunto finalmente il via libera alla richiesta italiana di indicazione di origine obbligatoria per il latte e derivati.
“Ben 80mila mucche da latte presenti in Puglia possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, formaggi e yogurt – sottolinea la Coldiretti Puglia – che è garantita a livelli di sicurezza e qualità superiore, grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello nazionale e comunitario con 2 DOP (canestrato pugliese e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino)”.
L’etichettatura obbligatoria sarà un importante strumento per salvaguardare il settore lattiero caseario su cui Gioia del Colle fonda molto della sua economia, perché tutelerà i prodotti, distinguendoli dai semilavorati e dal latte proveniente da oltralpe, a vantaggio delle stalle nostrane. In questo modo anche il consumatore potrà essere più consapevole su quello che compra e mangia.
Con un mercato del latte e derivati poco sensibile : “Sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia – continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – appena 2.700 stalle, a causa principalmente del prezzo del latte, oggi dovuta non solo alla crisi, ma anche e soprattutto a queste evidenti anomalie di mercato. Oltre all’inganno a danno dei consumatori, si tratta di concorrenza sleale nei confronti degli stessi industriali e artigiani che utilizzano esclusivamente latte locale. L’insidia alla salute dei consumatori e l’erosione della capacità di competere dei nostri allevatori e dei nostri coltivatori è dipesa finora principalmente da un fattore, dall’assenza di etichettatura obbligatoria sull’origine delle materie prime”.
Di fatto sulle nuove etichette si potrà trovare il paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”; il paese di condizionamento: nome della nazione nella quale il latte è stato condizionato; paese di trasformazione: nome della nazione nella quale il latte è stato trasformato”.
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