Manca poco meno di un mese alla riapertura della scuola e i dirigenti sono a lavoro da mesi per garantirla in totale sicurezza. Come? Quello che accadrà agli alunni e a tutto il personale che opera per l’Istituto comprensivo Carano-Mazzini di Gioia del Colle, è lo stesso dirigente Leonardo Castellana a spiegarlo.
La ripartenza è dunque certa?
Allo stato attuale sì. Dico allo stato attuale, perchè non conosciamo l’evolversi della situazione ma, sebbene si stia vedendo una situazione preoccupante a livello internazionale e una minima recrudescenza a livello nazionale, comunque il lavoro che stiamo facendo all’interno delle scuole renderà possibile un rientro.
L’Istituto guidato da lei, di quali interventi avrà bisogno per rendere gli spazi a norma?
La scuola Mazzini è già a norma. Per tutte le altre strutture, sono previsti interventi che porteranno a ridefinire le dimensioni delle aule, perché queste siano in grado di consentire il distanziamento necessario.
Cosa cambierà rispetto agli anni scorsi?
Si era istituita la settimana corta, ma il Consiglio d’Istituto l’ha sospesa per consentire la realizzazione di procedure finalizzate a ridurre il rischio di contagio. Per esempio lo scaglionamento degli ingressi, una cosa che va ancora ben definita nelle modalità e nella tempistica. Saranno sicuramente utilizzati più ingressi e probabilmente questi, quantomeno per la scuola primaria e dell’infanzia, saranno anche scaglionati nel tempo. Stesso discorso vale per le uscite. La settimana corta impattava con questi scaglionamenti e quindi i bambini che entreranno più tardi, sarebbero anche usciti troppo più tardi. La scuola si sta muovendo nell’ottica di una ristrutturazione degli edifici, di accordo con l’Ente locale. All’interno della scuola, inoltre, con l’ausilio di tutta la comunità scolastica, è stata istituita una commmissione di cui fanno parte tutte le figure attive nel mondo scolastico appunto e questa commissione sarà necessaria per la ripresa dell’attività didattica e per il contenimento della diffusione del Covid. L’abbiamo già istituita da qualche tempo, sebbene un protocollo ministeriale di qualche giorno fa, ci abbia chiesto di farlo. L’avevamo già ed è già a lavoro, Sarà per esempio opportuno modificare il regolamento di istituto, così come il patto di responsabilità, perché diventerà fondamentale il ruolo della scuola ma anche quello della famiglia, nel prevenire il contagio. La famiglia dovrà garantirci lo stato di salute degli alunni.
Queste novità impatteranno sugli studenti?
La naturalezza di certe dinamiche, dipende dalla naturalezza con cui la regola gli viene presentata e dalla naturalezza con cui l’adulto presenta la regola. Non c’è nulla di invasivo nel distanziamento che comunque non costituisce un vero e proprio limite nella socializzazione dei bambini. Andremo infatti a regolamentare i momenti di incontro. La ratio fondamentale deve essere non tanto quella di applicare una regola tanto per farlo, ma farlo perché ci sia nei fatti un contenimento del rischio. Se la si fa così, i nostri bambini saranno abbastanza intelligenti per capirlo. Lo hanno compreso quando gli abbiamo detto che non sarebbero potuti uscire di casa e capiranno che rientrati a scuola, gestire in maniera più ordinata i movimenti, potrà avere una funzione educativa.
A proposito di banchi e dispositivi da utilizzare a scuola, cosa può dirci?
In questo momento la regola è il distanziamento a cui si accompagna la tracciabilità degli incontri. Rispetto a queste regole i banchi costituiscono una delle condizioni per poter lavorare. Il Ministero ci ha garantito che i banchi arriveranno, forse poco dopo l’inizio delle lezioni, ma comunque in tempi utili per lavorare serenamente. Abbiamo un vantaggio rispetto al resto d’Italia: cominciamo il 24 e quindi più tardi. Se da un lato il banco è un elemento importante, un altro strumento è la pulizia dei locali e l’areazione degli ambienti. Un altro degli elementi su cui interverremo, dotando la scuola di quanto necessario. Sanificheremo i locali prima dell’avvio dell’anno scolastico ed eventuali altre sanificazioni, vanno fatte laddove dovesse verificarsi un caso positivo. Rispetto all’obbligo di mascherine, comunque necessario all’ingresso e all’uscita, gli organi preposti si devono ancora esprimere, questo perché lo si vuol fare sulla base di considerazioni legate all’andamento della curva epidemiologica. Allo stato attuale, laddove si garantisca il distanziamento, non viene richiesto l’utilizzo della mascherina.
Cosa succederà nel caso in cui uno studente non si senta bene?
Le indicazioni sono chiare. Il caso di sospetto Covid, qualora cioè un alunno o un lavoratore, abbia un temperatura superiore a 37.5 o manifesti sintomi assimilabili al Covid, va posto in isolamento rispetto agli altri per fare in modo che nel più breve tempo possibile, faccia ritorno al proprio domicilio. Per il resto della classe, si dovrà valutare se c’è necessità di quarantena. Non dobbiamo però pensare che ogni situazione di febbre coincida con il Covid e che quindi per ogni situazione di questo tipo ci debba essere la quarantena. Bisogna valutare di volta in volta.
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